Fare la pendolare Roma-Firenze comporta l'incontro di tantissime persone tra metropolitana, treno e autobus, persone che cambiano ogni volta..a parte qualche eccezione.
Una di queste eccezioni è rappresentata dai baristi del bar più piccolino della stazione Tiburtina, quello al piano superiore, di fronte ai binari 11 e 12. Prendere il caffè lì, 10 minuti (più realisticamente 5 minuti) prima del mio treno rappresenta la certezza di un sorriso.
La loro gentilezza ti accompagna dalla cassa al bancone, fino a quando lasci il bar. Mentre ti chiedono cosa prendi, sorridono, ma non di quel sorriso finto e stiracchiato necessario (e comunque non sempre presente) al loro lavoro. Sorridono di un sorriso che ti dice: "Dai, forza! E' presto per tutti e c'è un'intera giornata davanti ma può essere una bella giornata". E tu te ne convinci.
Mentre prendi il caffè, chiaccherano tra loro, spesso ridendo, in modo pacato e piacevole, senza comunque distrarsi dal loro dovere. E allietano quel rito mattiniero col quale cerchi di riprenderti dall' alzataccia.
E il ragazzo più bassetto con gli occhiali che quando saluti andando via, dovunque tu sia, alza lo sguardo, ti guarda negli occhi e ricambia sorridente il saluto, riesce a darti il resto dell'energia mancante.
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