lunedì 29 marzo 2010

Il teatro non si discute, si ama.


Anche se un pò in ritardo rispetto la giornata mondiale del teatro (27 marzo), non posso astenermi dallo scrivere un post dedicato a questo mondo magico e meraviglioso.
Esistono due modi di amare il teatro: da pubblico o da protagonista. Entrambi riempiono comunque l'anima di qualcosa di speciale ed io ho la fortuna di poterlo amare nell'uno e nell'altro modo.
Essere seduto in platea o sulle balconate, osservare la gente che si muove intorno a te mentre scorgi in un angolo il tecnico del suono ed in un altro quello delle luci che finiscono di prepararsi all'apertura del sipario.
Le luci si spengono e tu sei lì, pronto a prendere qualsiasi cosa gli attori, le scene, la musica sapranno darti e non è mai la stessa cosa. Sul palco ci sono persone differenti che sanno darti ognuna qualcosa di diverso, a proprio modo.
Nel silenzio attento durante lo spettacolo, la sala si riempie di un'atmosfera bellissima e le voci dal palco riempiono tutto.
Finito lo spettacolo, ti sei riempita di una nuova storia ma anche di nuove sensazioni, nuove persone, nuovi colori, nuove idee e, per quanto possa succedere che a volte lo spettacolo non è granchè, non è mai tempo perso.
Certo, essere sul palco è tutt'altra cosa.
Il lavoro che c'è dietro ad ogni spettacolo è inimmaginabile da chi non lo ha mai fatto.
Tutto inizia con un lavoro su noi stessi e sul nostro rapporto con gli altri: il training teatrale è un insieme di esercizi che permettono di acquistare fiducia negli altri attori con cui lavori, di conoscerli da vicino, di abituarti alle loro peculiarità. E poi ti permette di conoscere meglio te stesso, cosa sai fare e cosa puoi dare.
Ti insegnano a muoverti sul palco, a riempire gli spazi, perchè ogni movimento è ben studiato, non è mai a caso. Devi imparare a muovere il tuo corpo in maniera armoniosa in modo da poterti aiutare durante la recitazione senza risultare goffo o non in sintonia con il resto. E poi c'è il fiato; il diaframma è fondamentale per poter affrontare le battute più lunghe e per fare in modo che la voce sia sempre piena, proveniente dal petto e non dalla gola.
Altro fondamento è la dizione; un attore che non sa parlare, che per esempio pronuncia il suono "gl" alla romana "j", è una coltellata al petto. Ma non si tratta solo di pronuncia; non bisogna mai mangiarsi l'ultima sillaba, bisogna sapere quando abbassare o alzare un tono, evitare di strascicare le parole.
Dopo tutto ciò arriva il copione che solitamente è arrangiato dal regista e quindi ha dietro un lavoro enorme perchè lui deve pensare agli attori che ha a disposizione, allo spazio, al tempo, etc etc.
Lo studio del copione è diviso in varie perti: la memoria, l'interpretazione, il ritmo, l'armonia tra te, lo spazio e il tuo corpo, la relazione con gli altri ed infine la limatura che da il tocco di classe.
Infine c'è da pensare agli oggetti di scena, ai costumi, al trucco, alle luci ed alle musiche. I tecnici devono imparare come e quando accendere o spegnere perchè un loro sbaglio può essere fatale allo spettacolo. Ognuno è il pezzo di un puzzle bellissimo, ma che senza uno dei suoi pezzi viene deturpato.
Dopo tutto questo, messo insieme in miriadi di prove, si va in scena.
Il dietro le quinte è meraviglioso: si prepara la scenografia, ci si trucca, si prova, si mangia, si ride, si fanno esercizi di training autogeno finchè non arriva il fatidico momento.
Tutti siamo dietro le quinte: si iniziano a sentire le voci del pubblico in sala, l'adrenalina arriva alle stelle, si fanno i soliti riti scaramantici col "merda, merda, merda" finale per l'in bocca al lupo e poi...
E poi si apre il sipario ed ecco che in un batter d'occhio ognuno fa la sua parte, mettendoci tutto se stesso, coperto di cerone, accaldato dai riflettori e non vedendo assolutamente nulla al di là del palco. Ma l'anima che ci metti quando sei là sopra, la sensazione straordinaria di essere lì a cercare di rapire le persone con quanto sai fare, il piacere immenso di aer scatenato le risate che volevi o di aver creato la tensione giusta..tutto questo è indescrivibile, veramente.
Come lo è il calo di adrenalina una volta che il sipario si chiude e partono gli applausi ed i saluti.
Vorresti ricominciare tutto, vorresti farlo a ripetizione perchè non si può essere sazi, mai.
Il teatro è una delle meraviglie che ci dona il mondo, il teatro è magia.

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