martedì 16 marzo 2010

ALICE IN WONDERLAND...meraviglioso!


I media come sempre hanno fatto un gran fracasso.
Un film in collaborazione tra Tim Burton e la Disney non si può andare a vedere solo perchè tutti dicono che sarà "fichissimo"..è questo il motivo per cui a molti non è piaciuto.
Ogni film di Tim Burton va scoperto piano piano, mentre ti scorre davanti agli occhi, e bisogna essere pronti a scoprirne le genialità nascoste in ogni scena. Non si va a vedere tanto per.

Personalmente lo reputo geniale, come ogni film che vede l'accoppiata Burton-Depp.
Il regista ha saputo conciliare le sue estrosità e genialità con il fatto che chiunque vada a vedere il film conosce i personaggi di Alice e se li aspetta: ed effettivamente ci sono, ognuno con le sue caratteristiche originali ma con qualcosa in più.
Gli scenari ed i colori sono eccezionali.
E poi c'è Johnny. Un genio. Riesce ad entrare in ogni tipo di personaggio con una gamma di emozioni da comunicare pazzesca e non sbaglia un passo: da cappellaio passa dalla follia, alla dolcezza, all'astuzia, alla tenerezza. Favoloso.

Il viaggio di questa Alice diciassettenne specchia lo stato mentale in cui ognuno di noi si trova nel momento in cui non sa più chi è e cosa vuole: Pinco-Panco sono la confusione e la contraddizione con se stessi, il bianconiglio la paura di perdere l'occasione, lo stregatto da una visione di noi stessi dall'alto, un pò cinico ma comunque distaccato.
E poi il brucaliffo che rappresenta il parlare con se stessi, la regina bianca che equivale ai momenti in cui la mente si svuota e ricomincia, la regina di cuori che è la paura di perdere qualcosa o qualcuno, la paura di ciò che potrebbe succedere, la paura di non essere amati e quindi l'autodifesa.
Ed infine il Cappellaio Matto, simbolo dell'irrazionalità che ci permette di sognare e vagare con la testa e magari trovare la soluzione, anche se ogni tanto va frenata con un "cappellaio!" per evitare che superi la soglia del non ritorno.

Alice vive il suo sogno, decide di guidarlo lei e ad un certo punto si rende conto che il il sogno le ha detto chi è e le ha dato la forza necessaria per farlo diventare realtà: per questo decide di tornare ed abbandonare il cappellaio.

Dobbiamo immergerci nella nostra testa, lasciarla vagare liberamente a volte anche nel buoi, lasciarci trasportar dai sogni..ma ad un certo punto dobbiamo essere in grado di riportarci alla realtà per cambiare realmente qualcosa.

Mi dispiace per coloro a cui non è piaciuto, perchè, come per ogni film di Burton, si sono persi una meraviglia.

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