sabato 21 novembre 2009

la vita vince la morte


Il cancro sconvolge la vita di una persona.
Ti pone di fronte ad una situazione più grande di te e di qualsiasi cosa con cui tu abbia mai avuto a che fare.
Per una donna, il male è doppio; per curare il cancro tramite chemioterapia potrebbe non essere madre.
Le cure chemioterapica e radioterapica, infatti, oltre alle cellule cancerogene possono colpire cellule di organi sani causando, tra gli effetti collaterali, la perdità della fertilità.
Ma la ricerca sta evolvendo verso una strada che forse riuscirà a far vincere la vita. Il gruppo del'università di Tor Vergata in Roma, guidato da Stefania Gonfloni, ha capito il processo con cui un agente chemioterapico può uccidere gli ovociti in una donna, identificando la componente principale di questo processo, la proteina c-Abl. Inibendo questa proteina si potrebbe permettere agli ovociti di non degenerare.
Ancora bisogna verificare che questa inibizione non vada a danneggiare la cura per il cancro, ma comunque è un passo importante che potrebbe permettere alle donne di combattere contro la malattia energicamente senza dover pensare ai figli a cui stanno rinunciando.
La ricerca è vita, come lo è la donna.

Fonte: "Le Scienze" di novembre

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