sabato 4 aprile 2015

"La straordinaria invenzione di Hugo Cabret": quando il film supera il libro.

Avete presente quella sensazione meravigliosa di quando vi mettono davanti agli occhi un sogno?
Non capita spesso..anzi, è sempre più raro.
Eppure Scorsese, un pò fuori dai suoi soliti panni, ci riesce. Così. Prende una cinepresa, prende degli attori bravi e li rende personaggi eterei, fiabeschi. Sullo sfondo c'è Parigi che aiuta.
Ma non basterebbe da sola.
Gli orologi, protagonisti insoliti, non sembrano scandire il tempo. Per una volta non sono nemici. Sono semplicemente lì a guardare e a sottolineare che per quanto il loro tic-tac non possa fermarsi, possiamo essere in grado di vivere più secondi in un secondo.
La storia di Hugo è questo. Sembra essere vissuta tutta in un istante. Tra personaggi completi, ognuno con una bontà di fondo che non è retorica, non è perbenismo..è semplicemente il sorriso che ognuno di noi nasconde dietro delle sofferenze e delle paure. Un sorriso che tutti riescono a tirare fuori, alla fine. Perché il lieto fine ogni tanto fa bene all'anima.
E poi, in tutto questo, c'è il cinema. Il cinema che prima entra di soppiatto e poi, quando meno te lo aspetti, diventa protagonista nella sua forma più intima e nascosta, facendoti vivere una favola nella favola.
A questo punto non potevo farne a meno.
Dovevo avere tra le mani il libro da cui tutta questa magia è uscita fuori.
E devo dire che già dall'esterno è qualcosa di speciale.
I bordi delle pagine non sono bianchi...sono neri. Allora incuriosita ho sfogliato rapidamente le pagine e quello che è apparso davanti ai miei occhi è stato un susseguirsi di immagini disegnate e pagine di testo incorniciate dalla classica cornice nera dei primi film, avete presente?
Magia. Pura. Anche solo sfogliandolo.
Brian Selznick, l'autore, ha avuto un'idea secondo me brillante. Ora, non so se qualcun'altro l'avesse avuta prima ma io l'ho scoperta con lui.
Leggere un libro è straordinario. Ma leggerlo non solo tramite il testo, ma tramite le immagini, è un'altra cosa. E attenzione. Non sto parlando di illustrazioni che danno forma ad una parte della storia. Sto parlando di illustrazioni che prendono il posto del testo e che diventano fotogrammi di un film. Con tanto di zoom e inquadrature particolari per aumentare la suspance. Il cinema in un libro.
Fantastico. Nonostante questo, però, ho chiuso il libro con una punta di amarezza.
I personaggi di Selznick non sono così caratterizzati. Molti restano fumosi e, soprattutto, in molti non esce fuori quel sorriso di cui parlavo. I rapporti tra loro non sono così forti come nel film e la sensazione che si ha alla fine, è di serenità sì, ma quella serenità un pò amara e non completa.
Non adatta ad una favola vera, che ti racconta quanto la vita possa essere lunga se solo imparassimo a riempirla in ogni attimo.
Una delle poche volte in cui un regista cinematografico riesce a prendere una storia e a renderla più piena di quella originale, ma piena nel vero senso della parola.

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