".......Qualcuno
era
comunista
perché
lo
Stato
peggio
che
da
noi,
solo
in
Uganda.
Qualcuno
era
comunista
perché
non
ne
poteva
più
di
quarant'anni
di
governi
democristiani
incapaci
e
mafiosi.
Qualcuno
era
comunista
perché
Piazza
Fontana,
Brescia,
la
stazione
di
Bologna,
l'Italicus,
Ustica
eccetera,
eccetera,
eccetera…
Qualcuno
era
comunista
perché
chi
era
contro
era
comunista.
Qualcuno
era
comunista
perché
non
sopportava
più
quella
cosa
sporca
che
ci
ostiniamo
a
chiamare
democrazia.
Qualcuno
credeva
di
essere
comunista,
e
forse
era
qualcos'altro.
Qualcuno
era
comunista
perché
sognava
una
libertà
diversa
da
quella
americana.
Qualcuno
era
comunista
perché
credeva
di
poter
essere
vivo
e
felice
solo
se
lo
erano
anche
gli
altri.
Qualcuno
era
comunista
perché
aveva
bisogno
di
una
spinta
verso
qualcosa
di
nuovo.
Perché
sentiva
la
necessità
di
una
morale
diversa.
Perché
forse
era
solo
una
forza,
un
volo,
un
sogno
era
solo
uno
slancio,
un
desiderio
di
cambiare
le
cose,
di
cambiare
la
vita.
Sì,
qualcuno
era
comunista
perché,
con
accanto
questo
slancio,
ognuno
era
come…
più
di
sé
stesso.
Era
come…
due
persone
in
una.
Da
una
parte
la
personale
fatica
quotidiana
e
dall'altra
il
senso
di
appartenenza
a
una
razza
che
voleva
spiccare
il
volo
per
cambiare
veramente
la
vita.
No.
Niente
rimpianti.
Forse
anche
allora
molti
avevano
aperto
le
ali
senza
essere
capaci
di
volare…come
dei
gabbiani
ipotetici.
E
ora?
Anche
ora
ci
si
sente
come
in
due.
Da
una
parte
l'uomo
inserito
che
attraversa
ossequiosamente
lo
squallore
della
propria
sopravvivenza
quotidiana
e
dall'altra
il
gabbiano
senza
più
neanche
l'intenzione
del
volo
perché
ormai
il
sogno
si
è
rattrappito.
Due
miserie
in
un
corpo
solo."
Cito Gaber perché come sempre è più che mai attuale.
Lo cito perché quello che dobbiamo fare noi è ridare al gabbiano almeno l'intenzione di volare..e poi magari la capacità di farlo.
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