domenica 11 marzo 2012

E alla fine hanno fatto chiudere il Brancaccio.

Gigi Proietti in un suo spettacolo ha raccontato della fine della sua scuola di teatro GRATUITA tenuta a Roma e da cui sono usciti attori come Tirabassi, Insinna, Brignano, la Cruciani, giusto per fare qualche nome:
"Sono andato a chiedere il motivo per cui hanno voluto chiudere il mio laboratorio e la risposta è stata:
"A Projè..." seguito da tipico borbottio romano incomprensibile.
"Non è che abbia proprio capito eh?!"
Insomma, dopo un pò ho capito: l'hanno chiusa perché funzionava!"
Anche in questo caso, per il teatro che ha fatto la storia di Roma, il mitico Brancaccio di via Merulana, è andata così.
Gigi Proietti l'ha preso in mano, l'ha ritirato su; durante gli anni della sua direzione artistica, ogni serata è stata "sold out". Roma aveva di nuovo, finalmente, il suo teatro. E ne andava orgogliosa.
Poi, senza preavviso, il teatro passa nelle mani di Costanzo.
E che succede? Che il Brancaccio non sta più nelle spese, che gli spettacoli sono un flop, che nel 2012 chiude. Alla fine, meglio chiuso che nelle condizioni in cui era tornato.
L'Italia dovrebbe capire che la cultura non può andare in mano al primo che capita, ad un Costanzo qualunque.
Nonostante lui sia una persona assolutamente non ignorante, ha dimostrato di non avere idea di cosa significhi far amare il teatro ed il mondo che lo circonda alla gente. La cultura vuole qualcuno che sappia e riconosca la sua importanza e l'importanza di "inculcarla" nella testa ad ogni singola persona.
D'altronde, sotto Proietti funzionava, perché lasciare le cose come stavano?

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