sabato 21 luglio 2012

Roberto Bolle in "Trittico del Novecento"

Parcheggiata la macchina, già da lontano potevo scorgere la fiumana di persone, più o meno eleganti, che si apprestavano a salire verso l'entrata di una delle tante meraviglie di Roma: le Terme di Caracalla.
Osservare la presenza di tanti giovani e di tanti bambini oltre ai soliti ricconi bigotti è stata una gioia, perché evidenza che l'arte continua ad avere tanti amanti anche nelle nuove generazioni. E questo calcolando il prezzo che purtroppo vedere l'arte richiede e che dal mio punto di vista è sempre vergognoso.
Comunque. Per il mio compleanno i miei mi hanno permesso di sedere in poltronissima, a pochi metri da quel palcoscenico contornato da uno scenario idilliaco.
Appena entra LUI, mi chiedo ancora di più come fa la razza maschile a credere che i ballerini siano poco virili. E' praticamente un dio greco.
Ogni suo movimento è aria, sembra non fare alcuno sforzo, sembra quasi che il palco si chieda "Ehi, ma non dovevi ballare su di me?".
La prima parte del trittico si chiama "Who cares?", coreografia di Balanchine, musiche di Gershwin. WOW! Inizia con un passo a due insieme alla leggiadra Maria Gutierrez (che ricorda il Cigno Bianco), e a seguire altri passi a due con Juliana Bastos e Magali Guerri. Tutte e tre le bellissime ballerine hanno poi eseguito degli assoli pazzeschi. Basti pensare che sono dovute andare al ritmo di Gershwin, il che è tutt'altro che semplice. Diagonali e piroette perfette. Personalmente sono rimasta estasiata da Juliana Bastos, brasiliana, che ha un'energia straordinaria (da Cigno Nero per rimanere in tema). Poi l'assolo della nostra Etoile, Roberto Bolle..qui ho iniziato a piangere lo ammetto..seguito poi da un pezzo a quattro conclusivo a dir poco perfetto. La sintonia e la ritmica del pezzo perfetti.Ripeto: WOW!
La seconda parte del trittico è stata divisa in due. Il primo pezzo è stato una sfida per i bigotti legati alla danza classica pura e che non riescono a vedere oltre. Natasa Novotna e Vaclav Kunes sono stati interpreti di " 27'52'' ", coreografato da Jiri Kyliàn e con musica di Dirk Haubrich. Danza jazz/contemporanea. La ragazza è straordinaria. E' riuscita a rendere visibile ogni articolazione del suo corpo, quasi non avesse ossa ma soltanto muscoli.
Mi dispiace dirlo ma il ragazzo è stato un pò messo in secondo piano dalla bravura di lei. Ad un certo punto lei ha tolto la maglia e uomo e donna hanno ballato un passo a due entrambi con pantaloni e petto nudo creando delle figure che chiamarle arte è quasi riduttivo. Splendidi!
Il secondo pezzo, "Aus Holbergs Zeit", è stato costituito da una serie di tre passi a due su tre tempi differenti (Allegro- Adagio- Vivace direi) su musica di Crieg e coreografato da John Cranko. I ballerini sono Alicia Amatrian ed Alexander Jones. Lei conferma una grazia ed un'interpretazione perfetti e lui non è da meno.
Gran finale. "Le Jeune Homme et la Mort" con musiche di Bach e coreografato da Roland Petit. Interpreti Bolle e Jia Zhang. Qui, al contrario degli altri pezzi, c'è una scena vera e propria. L'Etoile comincia da solo ballando su letto, tavolo e sedie uno stile che definitivamente crea il distacco dal "Principe Azzurro" che si è sempre incarnato in lui. L'entrata ed il passo a due particolarissimo con Jia Zhang è sensuale, quasi erotico, e disperato. I due sono straordinari e perfettamente in sintonia. Il finale è da brivido.
Le parole sono mancata alla fine di questo spettacolo inedito e unico. Quando si è messi di fronte a tanta arte, non c'è spazio per le parole e per i pensieri ma soltanto per le sensazioni. E Roberto Bolle, come tutti gli altri straordinari ballerini, hanno saputo crearne un'infinità. Brividi.
Unica nota stonata: la cafonaggine della gente che si alza durante i saluti degli artisti. 
La danza è vita. Come lo è l'arte.

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